La nascita di un bambino è un evento eccezionale che sconvolge la vita dei genitori, a cominciare dal riposo notturno che viene alterato dalle esigenze del neonato. Se ci sono bimbi che dormono benissimo molti altri fanno fatica e, in questo caso, a risentirne sono mamma e papà.
Forse sono più le neo-mamme, stando ad uno studio inglese della University of Warwick, a sperimentare una drastica riduzione del sonno, soprattutto nei primi 3 mesi di vita del piccolo. Ma, in generale, i ricercatori hanno scoperto che la durata e la qualità del sonno diminuiscono in modo netto fino a sei anni dopo il parto. E la cosa vale sia per le mamme che per i papà.
Ne parliamo con la dottoressa Adriana Orlando, psicologa e coordinatrice del nido dell'aeroporto militare “Francesco Baracca” di Roma.
Dottoressa, abbiamo già affrontato nel nostro blog il tema del sonno dei piccoli ma stavolta ci mettiamo nei panni dei genitori, quando l'insonnia può pesare su mamma e papà. Perché quando arriva il momento di staccare la spina e, incredibilmente, ci sono tutte le condizioni per dormire, il sonno non arriva?
L'insonnia dei genitori può dipendere dalle tante attività svolte contemporaneamente e dal dover trovare un equilibrio tra orari e esigenze. Sono molte le mamme e i papà che fanno fatica a rimanere attenti e vigili per lavorare e rispondere ai bisogni dei propri figli. Così, molto spesso, si ha difficoltà a staccare la spina e ci si ritrova nel letto con una serie di pensieri e preoccupazioni. Per dormire bene va creato un ambiente confortevole e il consiglio, quando possibile, potrebbe essere quello di praticare delle tecniche di rilassamento come meditazione, yoga o training autogeno in modo continuativo, per poter iniziare a vedere i primi risultati.
Cosa potrebbe fare un genitore per agevolare il riposo, compatibilmente coi bisogni notturni dei bambini che vanno dall'allattamento, ai dolori di pancia ai risvegli imprevisti?
Il ciclo sonno-veglia nei neonati è fisiologicamente differente da quello dei genitori. Essere svegliati durante la notte può stancare sia le mamme che i papà. Specialmente nelle prime settimane di vita bisogna riposare quando riposa il bambino, cercando di resistere a ogni tentazione di fare altro. Dormire col figlio nel lettone e rispondere alle sue esigenze notturne, riduce al minimo le interruzioni del sonno degli adulti. Altre soluzioni valide sono la collaborazione tra più persone (ad esempio nonni, zii o babysitter), così da permettere ai genitori qualche ora di riposo.
Il sonno gioca un ruolo centrale nella nostra vita, meno dormiamo più siamo stressati, insomma un vero e proprio circolo vizioso... Gli esseri umani hanno una sorta di orologio biologico che influenza alcuni processi fisiologici condizionando le ore di sonno e di veglia. Il funzionamento di questo orologio corrisponde al ciclo circadiano che governa alcune nostre funzioni come la digestione, la crescita e il rinnovo cellulare. Un regolare ciclo di sonno-veglia fa sì che questo orologio interno influisca positivamente sulla produzione ormonale, ottenendo una sufficiente condizione di vigilanza diurna e un soddisfacente riposo notturno. Gli adulti devono dormire mediamente 8/9 ore a notte ed è importante sentirsi bene al risveglio, perché la situazione di benessere è fondamentale per affrontare la giornata, evitando situazioni di forte stress. La carenza di sonno incide pesantemente sulla vita dei genitori, provocando sbalzi d'umore, depressione e problemi nei rapporti sociali.
In un certo senso i disturbi del sonno fanno parte dell'essere genitori. Ma cosa bisogna fare quando la carenza di riposo notturno diventa un'abitudine?
Per disturbi del sonno si intende una condizione in cui i ritmi del riposo notturno sono alterati al punto da interferire con il corretto funzionamento fisico, mentale ed emotivo. Per evitare che la mancanza di sonno diventi un'abitudine, bisogna riequilibrare la propria giornata e prendersi cura di se stessi, anche con piccoli accorgimenti. Potrebbe essere utile praticare la meditazione, leggere un libro, ascoltare musica oppure svolgere attività che richiedono energia. Ricordiamoci che siamo in un periodo di forte stress emotivo accompagnato dalla presenza di un nuovo membro in famiglia.
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