L’inserimento all'asilo nido non è solo una fase circoscritta ai primi giorni d'ingresso al nido, è un percorso che richiede di essere pensato nei modi e nelle forme più adatte ad ogni singolo bambino. Può richiedere tempi diversi per ogni bambino o bambina e anche i segnali della “fatica” non sono gli stessi; è necessario sempre imparare a riconoscerli...
Per il bambino: è l'incontro tra il “nuovo” e la storia che ciascuno porta con sé.
Per la famiglia: si avvia quella delicata fase di costruzione della fiducia.
Per l’asilo: è un momento pensato e programmato nelle condizioni organizzative come nello stile di accoglienza. L’educatore si affianca anche al genitore per trovare con lui i modi personali per gestire il difficile processo di separazione.
Come fare se? Il bambino o la bambina…
Piange… è normale, non è facile staccarsi dai genitori. Ci vuole tempo per entrare in contatto con figure non conosciute. Il pianto del bambino poi passa, c’è l’insegnante che si avvicina a lui, ci sono i compagni, anche quelli più grandi: lo rassicurano, lo distraggono, lo invitano a fare delle cose insieme.
Piange dopo tanto tempo dall'avvio della frequenza… nella fase iniziale il bambino può essere attratto dalla novità, dalla curiosità verso un ambiente nuovo; la crisi può presentarsi anche dopo diversi giorni… ma non c’è dà allarmarsi, non è legata a qualche problema particolare nel frattempo intervenuto, fa parte dei diversi modi di essere dei bambini.
Non vuole staccarsi… aspettare il momento in cui il bambino è distratto, per staccarsi da lui, non è solitamente il modo più efficace, può acuire il pianto, dare un senso di abbandono. Scegliere invece il momento giusto per staccarsi, aiutati in questo dall'educatrice, è preferibile: il saluto accompagna il bambino, le parole gli danno la sicurezza di un ritrovo, di un legame che non si perde.
Chiede che il genitore rimanga... stare un po’ con il bambino, nei primi giorni può essere di aiuto, accorcia il tempo del distacco, lo rassicura… Il genitore può agire con un ruolo di mediazione… per il tramite di una “mano” fidata è più facile esplorare, guardarsi attorno e prendere il coraggio per “buttarsi”.
Non vuole stare con l’educatrice… se il genitore consola in modo esclusivo il bambino, senza lasciare spazio, difficilmente il bambino riuscirà ad andare verso l’educatrice. L'inserimento riesce tanto meglio quanto più sono concordate anche le modalità di gestione tra educatori e genitori; si tratta, quindi, di decidere non solo quanto il bambino rimane nei primi giorni, ma anche gli atteggiamenti, gli stili a cui è abituato, le azioni che con lui riescono meglio e quelle che, diversamente, possono diventare motivo di disturbo.
Chiede di portare i propri giochi all'asilo… nel primo periodo… può essere una richiesta frequente, un oggetto portato da casa rende più facile il distacco, dà un senso di familiarità… fa sentire più tranquilli. Via, via, è utile valutare, quale gioco, per quale uso… è per il bambino un'occasione piacevole per mostrare le proprie cose, è una modalità ancora legata alla fatica del distacco? Capire il perché, anche insieme all'educatrice, aiuta a decidere.
La prima cosa, per l'asilo: conoscere i bambini e le bambine
Come? Il primo colloquio tra educatori e genitori dà modo di capire il bambino, di attrezzarsi per il suo arrivo. Ma è importante anche per gli adulti: è lo spazio della conoscenza reciproca, in cui si comincia a dare corpo alla comune responsabilità educativa.
Perché? Le informazioni sui singoli bambini entrano a far parte di un progetto di accoglienza più ampio da parte dell'asilo. Diventano anche informazioni sul come strutturare lo spazio, sulla scelta dei materiali più funzionali, sulle prime esperienze da proporre.
I tre punti portanti del progetto di accoglienza
Tempo: nei primi giorni è utile che la permanenza del bambino all'asilo sia graduale, in modo che possa, pian piano, padroneggiare i diversi momenti. Dalle prime ore del mattino, al pasto, al sonno…
Spazio: lo spazio di accoglienza dei bambini è pensato e progettato. C'è lo spazio per stare insieme, ma c’è anche lo spazio personale che aiuta il bambino a ritrovarsi in un ambiente ancora estraneo: l'armadietto per riporre le proprie cose.
Le attività: le proposte hanno il valore di un primo avvicinamento tra bambini e tra bambini ed adulti. L'attenzione dell’educatrice, in questa fase, non è rivolta tanto al “fare” del bambino ma allo “stare” con lui.
...e buon nido a tutti!
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