Raffreddore leggero, qualche linea di febbre, diarrea. La stagione autunnale è ormai avviata insieme ai primi disturbi influenzali e respiratori: disturbi molto comuni tra i bambini, ma quando bisogna decidere di non mandarli all'asilo?
La dottoressa Romina Silenzi, pediatra, ci dice com'è meglio comportarsi.
Dottoressa Silenzi, esistono criteri oggettivi? Perché ogni genitore ovviamente ha il proprio, spesso legato ad esigenze lavorative. Un bimbo che ha vomitato una volta oppure ha avuto un paio di scariche di diarrea può andare all'asilo o no?
Il criterio oggettivo non esiste ma dovrebbe valere sempre e comunque il criterio del buon senso. Le esigenze lavorative purtroppo spesso si scontrano con la necessità di tenere a casa un bimbo malato. Tuttavia, una gestione attenta e “protettiva” di una sintomatologia, anche blanda, spesso consente di evitare la persistenza o il peggioramento della condizione morbosa, tutelando in primis la salute del bambino e, tra l’altro, riducendo i giorni di astensione dal lavoro da parte del genitore lavoratore.
Il bambino col raffreddore ma con l'umore buono che gioca e mangia deve restare a casa?
Una sintomatologia contenuta come un "banale" raffreddore potrebbe spingere il genitore a condurre il bambino all'asilo, soprattutto a fronte di un benessere generale del piccolo. Tuttavia, la sua contagiosità, elevata anche in caso di sintomatologia blanda, controindica comunque la frequenza al nido a tutela degli altri bambini, che, una volta infetti, possono a loro volta ricontagiare i bambini appena guariti, instaurando dei circoli viziosi senza soluzione di continuità.
Un picco di febbre accompagnato da qualche altro sintomo blando in un bimbo comunque attento e allegro ci deve allertare o può comunque frequentare l'asilo?
Assolutamente no, il bambino deve essere trattenuto a casa e reinserito nella comunità scolastica almeno per 24-48 ore dalla scomparsa della febbre, anche se il picco febbrile è stato isolato, per poter monitorare l’effettiva risoluzione della sintomatologia in un ambiente più protetto come quello domestico.
Dopo l'influenza quand'è che il bambino può tornare al nido?
Succede che i piccoli siano riportati a scuola anche se non sono perfettamente guariti.... La riammissione al nido può avvenire nel momento in cui il bimbo manifesta una condizione di benessere generale soddisfacente: la sintomatologia si è risolta, il piccolo ha ripreso a mangiare regolarmente e conserva o ha recuperato la consueta vivacità, necessaria per poter affrontare l'attività scolastica senza disagi.
Cosa bisogna fare se il bambino ha una malattia infettiva a rapida diffusione? E dopo quanti giorni di assenza è obbligatorio portare il certificato a scuola?
La malattia infettiva va notificata al personale scolastico per poter allertare i genitori e monitorare la comparsa di sintomi precoci negli altri bimbi. Di norma per una assenza scolastica superiore a 5 giorni (quindi dal sesto giorno di assenza in poi) il bambino deve essere reinserito nella comunità scolastica previa presentazione del certificato medico di rientro, preparato dal pediatra curante che attesti la piena guarigione (tranne in quelle Regioni dove il certificato medico di rientro è stato abolito per esempio Lombardia e Lazio, ndr).
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