Dopo l’anno di vita i bambini iniziano ad aiutare l’altro. Gioca un ruolo fondamentale l’imitazione: l’osservazione di atteggiamenti di aiuto incoraggia i più piccoli ad andare incontro al prossimo. Ad esempio se alla sorellina è caduto un giocattolo o se la mamma chiede di passarle un oggetto, il bambino si adopererà per aiutarli. Sono arrivati a questa conclusione gli studiosi tedeschi dell’Università di Berlino e dell’Università di Münster, dopo un esperimento che ha coinvolto un centinaio di bambini che vivevano in città diverse: la maggior parte dei bimbi ha reagito aiutando chi aveva bisogno, quando a dare l’esempio era un adulto.
La dottoressa Claudia De Giglio, psicologa dello sviluppo della Cooperativa Gialla, ci aiuta a capire il funzionamento di queste dinamiche comportamentali.
Dottoressa, questa ricerca parla dell’importanza dell’esempio. I bambini osservano tutto, in primis i genitori, ma se a dare l’esempio negativo sono i nonni o le maestre, che succede?
I bambini hanno bisogno di adulti che li aiutino e insegnino a diventare gentili, rispettosi verso gli altri e responsabili verso la comunità di cui fanno parte. La relazione con i genitori è la prima “scuola” per l’altruismo e le relazioni sociali e quando i bambini trovano nella famiglia una giusta guida si riesce a contenere anche un esempio negativo vicino, come potrebbe essere quello dei nonni o delle maestre. Il genitore deve essere, per primo, un modello etico: i bambini imparano i valori osservando le azioni degli adulti che rispettano. Imparano molto anche riflettendo, insieme ai grandi, sui vari dilemmi del quotidiano.
Una delle cose che possono succedere quando si educa con i fatti e non solo a parole è quella di sbagliarsi, di commettere errori. Quando questo succede, cosa deve fare un genitore?
Occorre accettare i propri limiti come genitori. Educare i figli, è una sfida quotidiana e di certo non mancano i momenti di sconforto. Tutti i genitori sbagliano… Sigmund Freud disse: "i mestieri più difficili in assoluto sono, nell'ordine: il genitore, l'insegnante e lo psicologo". Tra genitori e figli fin dalla nascita c’è una collaborazione d’insegnamento e crescita multidimensionale, l’uno impara dall'altro e viceversa.
Le regole fanno parte dell’educazione. È importante che siano sempre accompagnate da spiegazioni e atteggiamenti coerenti ma come far capire a un bimbo che una cosa è volergli bene e un’altra che deve seguire certe norme di comportamento?
Proprio dando delle regole. I bambini che crescono in famiglie con un buon sistema di regole e con genitori capaci di immedesimarsi nelle emozioni dei propri figli, sono bimbi che crescono più tranquilli e sereni. Le regole sono importanti nell'educazione poiché forniscono contenimento per i piccoli, promuovendo l'autoregolazione e una necessaria struttura che, se utilizzata con flessibilità, offre ad ogni persona strumenti utili per vivere e muoversi nel mondo. In questo modo impareranno anche ad amare e ad essere amati.
Al genitore che desidera essere una brava mamma o un bravo papà capiterà di chiedersi spesso se è all'altezza del ruolo e se rappresenta l’esempio migliore per il proprio bambino. Come possiamo rassicurare i genitori?
Non c’è un metodo prestabilito per essere “bravi genitori”. Per descrivere la relazione con i bambini c'è una bella metafora: “prendersi cura dei figli è come coltivare un giardino ed essere un genitore è come essere un giardiniere”. I bambini sono per loro natura fantasiosi, meravigliosamente inventivi e giocosi, e sono sempre molto diversi dai loro genitori. Quanto più i genitori saranno in grado di lasciarli crescere autonomamente, in un ambiente armonioso e ricco d’amore, tanto più facilmente ogni bambino potrà usare le proprie risorse per far fronte alle sfide che incontrerà lungo il cammino.
Vi consiglio di guardare il video che segue.
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